Immersione nell’area archeologica sui resti dell’antico porto romano di Baia
Dell’area archeologica di Baia fanno parte anche i resti dell’antico porto romano; a Baia, infatti si giungeva comodamente da mare dopo una breve navigazione ed un comodo approdo in una baia, appunto, tranquilla e riparata. Del porto romano sono chiaramente visibili i 12 piloni che si ergono maestosi su di un fondale sabbioso. Il passaggio all’esterno dei piloni stessi permette di ammirare un paesaggio quasi lunare, una grande distesa di sabbia dalla luce veramente particolare interrotta qui e là solo da alcune colonne di minuscole bollicine, che indicano le soregnti a mare di acqua calda, ulteriore testimonianza del passato termale dell’intera zona.
Il passaggio tra le due file parallele dei piloni permette di rendersi conto della grandezza dell’opera realizzata in epoca romana, ma anche come questi elementi ormai si siano completamente integrati nel paesaggio sottomarino, fungendo da substrato e permettendo lo sviluppo di una vivacissima flora e fauna dal carattere spiccatamente mediterraneo.
Un’immersione in una zona archeologica così affascinante e ricca di misteri cattura l’attenzione non solo per gli aspetti artistici, urabnistici, storici, ecc…, ma anche perchè, ancora una volta, è possibile apprezzare come il Mediterraneo resista, in tutti i sensi, alle aggressioni del tempo, della natura e dell’uomo.
Seppure perciò non si possano descrivere incontri mirabili ed eccezionali, si può ricordare la presenza, tra le altre, di qualche simpatico e piacevole ospite, come i rossi Apogon imberbis, che timidamente si nascondono tra gli anfratti creati dai piloni nel loro sgretolarsi, i coloratissimi nudibranchi tipo l’Hypselodoris valenciennesi, lo scapigliato anemone di mare, le trasparentissime claveline e poi nel fondo una piccola Pinna nobilis in compagnia di gasteropodi e bivalvi, ricci e stelle marine che colorano questo particolarissimo braccio di mare Mediterraneo.
L’immersione nel porto antico di Baia, così come alla città sommersa, non presenta alcuna particolare difficoltà tecnica, e risulta molto piacevole e distensiva anche nel freddo periodo invernale. L’immersione in questa stagione fa apprezzare ancora di più la presenza delle molteplici attività vulcaniche sottomarine della zona, come il frequente incontro di sorgenti calde e di punti del fondale in cui l’abbondanza di zolfo, indica la presenza di sabbia piacevolmente calda, non solo per il subacqueo infreddolito, ma anche per le differenti specie di animali, che come le castagnole si divertono a nuotare proprio tra le bollicine calde delle sorgenti o vivono adagiati nei pressi dei punti caldi del fondale.