Un relitto che giace a trenta metri di profondità, strutture sommerse in un fiume o lungo costa, buchi di palo in un lago, pozzi, pozzi neri o sorgenti sono alcuni dei molteplici scenari con i quali gli archeologi subacquei si confrontano.
Sebbene la caratteristica che accomuna tutti i siti subacquei sia, ovviamente, la presenza diretta o indiretta dell’acqua, le diversità geomorfologiche dei fondali, le caratteristiche specifiche dei siti, la loro natura e i materiali che ospitano, costituiscono varianti non indifferenti che gli archeologi subacquei devono tenere in considerazione al momento della pianificazione e quindi dell’attuazione di uno scavo.Un relitto che giace a trenta metri di profondità, strutture sommerse in un fiume o lungo costa, buchi di palo in un lago, pozzi, pozzi neri o sorgenti sono alcuni dei molteplici scenari con i quali gli archeologi subacquei si confrontano.
A seconda dei contesti in cui si andrà a operare, devono essere attuate tecniche e metodi d’indagine diversi.
Il contesto in cui è inserito un oggetto è estremamente importante per il suo studio. Il contesto del reperto si riferisce alla matrice, ovvero il materiale che circonda l’oggetto, la posizione dell’oggetto (orizzontale o verticale all’interno della matrice) e all’associazione con altri reperti.
Non registrare anche solo uno di questi elementi comporta danni archeologici ingenti, in quanto vengono omesse le informazioni che il sito stesso fornisce.
– Località terrestri successivamente sommerse
In questa categoria rientrano quei centri urbani, spesso sotto costa, che per svariati motivi sono stati sommersi dall’acqua. Fatta eccezione per alcune, drammatiche, occasioni, le cause principali di tali sommersioni sono di origine naturale; tra queste, movimenti eustatici, ovvero consistenti variazioni del livello del mare, grandi spostamenti o scorrimenti tettonici.
– Porti
In linea di massima i porti antichi potrebbero rientrare nella categoria precedente poichè si tratta, di strutture sommerse, ma in realtà, la natura stessa del porto, ovvero costruito in ambiente marino, lo fa considerare un elemento a sé stante.
– Depositi archeologici
Anche il luogo in cui è avvenuta una perdita di carico di una nave costituisce un’interessante e ricca area di ricerca archeologica. Essa presenta però delle difficoltà, quali l’interpretazione degli elementi presenti e l’esistenza di una concentrazione casuale o intenzionale. Ma per sopperire a questa difficoltà, l’annotazione esatta del contesto (matrice, posizione, associazione) può essere una soluzione.
– Ambienti fluviali e lacustri
L’archeologia subacquea non opera esclusivamente in ambiente marino. I corsi fluviali e gli ambienti lacustri e lagunari sono oggetto di studi e di indagine, dove ulteriori metodologie di intervento vengono applicate. I contesti di scavo risultano comunque essere i medesimi di quelli in ambiente marino per cui si dovrò operare dalla piroga ai porti sommersi.